In tutto c’è stata bellezza

In tutto c’è stata bellezza
Manuel Vilas
Guanda
È da quasi una settimana che penso a cosa scrivere su questo libro e ancora non lo so. Posso dire che è una storia semplice: l’autore cinquantenne perde, a distanza di pochi anni, prima il padre e poi la madre. Posso dire che la storia si svolge in Spagna. Posso dire che è una storia autobiografica e non ha una trama. Il problema è quello che non riesco dire. Non riesco a dire la sincerità, la profondità, il dolore di queste pagine.
La sincerità della riflessione sull’essere, sull’esistere, sulla perdita. Sull’amore che diamo e che riceviamo. L’amore davanti alla vita e alla morte. Sullo stare nella Storia, che è sempre storia di un popolo e di una nazione.
La profondità del ricordo, delle radici, dell’oblìo e dello sradicamento. Del legame con la famiglia, dell’essere genitori e dell’essere figli. Della solitudine.
Il dolore del conflitto. Della ricerca delle parole per dire l’indicibile. Del raccontare ciò che non si vede, il silenzio, i fantasmi. Della lingua che scava, raschia dentro un sé che diventa universale.
Il miglior libro letto in questa prima parte del 2019. Senza dubbio.
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