L’idioma di Casilda Moreira
L’idioma di Casilda Moreira
Adrian N. Bravi
Ed. Exorma
Casilda Moreira, di anni settanta, e Bartolo Medina, di anni settantacinque, vivono a Kahualkan, un piccolo villaggio della pampa. I due sono gli ultimi parlanti dell’antica lingua degli indios günün a yajüch. Parlanti per modo dire, perché i due non si rivolgono parola da tempo immemore.
Annibale Passamonti, studente di etnolinguistica in un’università italiana, viene a conoscenza di questo idioma misterioso durante l’ultima lezione del professore Montefori, l’ultima prima che questi, in maniera piuttosto enigmatica, decida di non uscire più di casa.
L’interesse del giovane è tale che decide di partire per l’Argentina per documentare l’esistenza di questa lingua prima che sia estinta del tutto.
L’idioma di Casilda Moreira di Adriàn Bravi (ed. Exòrma, 2019 ) è un romanzo davvero piacevole. Bravi, che è di madrelingua spagnola essendo nato a Buenos Aires, scrive in un italiano semplice ma allo stesso tempo preciso ed efficace, che aggiunge scorrevolezza alla lettura.
Al di là della vicenda, che di per sé è appassionante, l’autore pone una serie di questioni filosofiche che chiunque si interessi anche solo un poco di linguistica si pone: cos’è una lingua? La lingua è qualcosa di innato in un popolo? Che effetto fa l’imposizione di una lingua sulla cultura di una nazione? Può una lingua sopravvivere ai propri parlanti?
Recensione: perfetto per questa domenica di sole!
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